
La globalizzazione e la conseguente attenuazione delle specificità e delle differenze tra i popoli ha portato al bisogno di ricerca e di recupero delle diversità e di tutto ciò che è locale (e non globale) e tipico di un territorio. L’Unesco ha più volte sostenuto l’importanza della salvaguardia e della promozione delle diversità culturali e in generale della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale immateriale.

Lo studio, il recupero e la valorizzazione delle tecniche artigianali tradizionali, dei saperi locali e dei mestieri antichi legati ad un determinato territorio risultano fondamentali per lo sviluppo sociale e culturale della comunità che ci vive, affinchè si possa formare una memoria storica ed una eredità culturale da trasmettere alle generazioni future.
Per questo il progetto Welund è improntato sul ritorno alla capacità delle piccole comunità di autosostenersi ed autoprodurre beni necessari autonomamente e senza l’ausilio della tecnologia moderna. Le aree di competenza sono l’agricoltura manuale, l’artigianato in legno, la lavorazione della lana, del cuoio, e del ferro.
Verranno presto organizzati dei corsi e dei seminari mirati rivolti a tutti per poter riscoprire ed apprendere le antiche arti del fabbro, dell’artigiano del legno, e del calzolaio.
Il nome Welund deriva dal nome del Fabbro Divino, Fu Lui a forgiare la cotta di maglia di Beowulf, la spada di Waldere, Mimming, la spada di Sigfrido, Gramr e l’anello magico di Thorstein. In qualità di fabbro, agisce come dio protettore dell’artigianato, del commercio e di tutte le cose fatte di metalli. Welund è anche il Dio dei mestieri legati al forno, come cuochi , fornai, pasticceri, ecc.
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