L’idea di non conoscere bene se stessi può sembrare un po’ strana all’inizio. Dopo tutto, vivete nel vostro corpo, nella vostra mente: chi vi conosce meglio di voi, giusto? La verità è che molti di noi vivono con il pilota automatico. Ci muoviamo in continuazione, reagendo a ciò che ci capita e può essere difficile trovare il tempo per conoscere davvero noi stessi e ciò che ci spinge. Anche chi siamo è in continua evoluzione. Man mano che cresciamo, ci sviluppiamo e cambiamo, i nostri valori cambiano e le nostre priorità si spostano. Trovare il tempo per migliorare la conoscenza di noi stessi apre una porta.

Nella tradizione germanica nel periodo di Jöl conosciuto anche come Yule, ovvero i giorni tra il 9 dicembre ed il 10 gennaio, Odino, il padre degli Dèi scenderebbe su Miðgarðr , per questo motivo era usanza comune riporre delle calze appese alle porte con del cibo da offrire a Sleipnir, il leggendario cavallo di Odino: questi in cambio avrebbe lasciato dei doni alle genti generose: come espresso anche dall’Edda: “un dono per un dono” [Hávamál 42].
Da questa tradizione, poi nacque la figura di Babbo Natale (o San Nicola/Santa Claus) che tutti conosciamo oggi.
Ricordiamo inoltre la simbologia legata a Babbo Natale: la sua slitta è trainata da 9 renne che è il numero sacro per la tradizione germanica: sono infatti 9 i mondi cosmici sul frassino Yggdrasill come 9 sono i giorni impiegati da Odino per apprendere il segreto delle rune.
Secondo un altra teoria, le renne di babbo natale sono 8, (Rudolph, la 9^ sarebbe stata introdotta solo nell’800) rappresenterebbero ognuna una zampa del cavallo Slepnir: il destriero leggendario di Odino aveva infatti 8 zampe.